La Timarcha tenebricosa: il curioso “scarabeo blu” e i suoi rituali d’amore
E' tra gli insetti più singolari dei nostri ambienti ed ècomunemente conosciuta come “scarabeo blu” o “sputasangue”.
Tra gli insetti più singolari dei nostri ambienti spicca la Timarcha tenebricosa, comunemente conosciuta come “scarabeo blu” o “sputasangue”.
Appartenente alla famiglia dei Crisomelidi, questo coleottero si distingue per il suo corpo grande e bombato, nero o blu-violaceo con riflessi metallici e alcune abitudini davvero peculiari, soprattutto nel comportamento riproduttivo.
E' privo di ali funzionanti (le elitre sono saldate, quindi non vola) e coperto da una cuticola liscia e lucente. Vive in ambienti umidi, nei prati e ai margini dei sentieri, dove si nutre di piante del genere Galium.
Pur sembrando simili a prima vista, maschio e femmina si distinguono per alcune caratteristiche morfologiche. La femmina è più grande e massiccia, con un addome più voluminoso, necessario a contenere le uova. Il maschio è invece più piccolo e più agile: possiede zampe anteriori leggermente adattate per aggrapparsi alla compagna durante l’accoppiamento.
Il comportamento nuziale della Timarcha tenebricosa è tra i più osservabili e caratteristici nel mondo degli insetti. Quando un maschio incontra una femmina, la segue con insistenza, cercando di salire sul suo dorso. L’accoppiamento può durare diverse ore, e non di rado si vedono coppie che rimangono unite per più giorni consecutivi, muovendosi lentamente insieme.
Durante questa lunga unione, il maschio rimane saldo sulla femmina, sostenendosi con le zampe anteriori e mantenendo la posizione anche mentre lei si sposta per nutrirsi. Si tratta di una forma di “guardia post-copulatoria”: in pratica, il maschio resta ancorato per evitare che altri rivali si accoppino con la stessa femmina, assicurandosi così la paternità della prole.
Dopo l’accoppiamento, la femmina depone le uova nel terreno o sulla vegetazione, e le larve che ne nascono si nutrono delle stesse piante degli adulti. Tutto il ciclo avviene a terra, senza voli o migrazioni, rendendo questo coleottero un modello di adattamento alla vita pedestre.
Il nome popolare “sputasangue” deriva da un curioso e caratteristico comportamento difensivo di questo insetto.
Quando la Timarcha viene disturbata o minacciata — ad esempio toccato da un predatore o da un curioso osservatore — emette dalle articolazioni delle zampe anteriori piccole gocce di un liquido rosso vivo, che a prima vista sembra sangue.
In realtà non è sangue, ma un fluido emolinfatico contenente sostanze chimiche irritanti e dal sapore sgradevole. Questa secrezione serve a disorientare i predatori, come uccelli o piccoli mammiferi, che vengono così scoraggiati dal cibarsene.
Il colore rosso del liquido, molto visibile contro la cuticola nera lucente, amplifica l’effetto intimidatorio: un tipico esempio di mimetismo aposematico, cioè l’uso di segnali vistosi per avvertire della propria tossicità.
Da questo comportamento deriva dunque il nome comune “sputasangue”, un appellativo che ben descrive la singolare strategia difensiva di questo scarabeo tanto pacifico quanto “teatrale” nelle sue reazioni.
di Aldo Marinelli del 27 ottobre 2025



