
Ostia vista dal sellino: pedalare conviene
In occasione dell'apertura del nuovo tratto di ciclabile a Ostia, dalla Rotonda alla Marinella, alcune considerazioni di un amante della bicicletta
Acquistare una bici a Ostia è il miglior investimento dopo il costume da bagno di inizio stagione.
La bici ha un vantaggio che nessuna macchina, nessun motorino e nemmeno l’autobus 061 potranno mai regalarti: la libertà.
Zero benzina, zero parcheggio, zero multe sul parabrezza. In cambio: gambe che diventano scolpite senza abbonamento in palestra, un umore che si solleva come il vento di ponente e la possibilità di infilarsi ovunque, anche tra due auto in doppia fila.
Le piste ciclabili di Ostia, quando non vengono occupate da chi le scambia per corsie preferenziali di sosta, sono un piccolo lusso urbano.
Attraversano pinete che profumano di resina, ti portano fino al mare e ti fanno dimenticare che Roma è lì, a pochi chilometri, con i suoi clacson isterici e i semafori che sembrano sempre rossi.
Qui invece il ritmo lo detta la pedalata: lenta, se vuoi guardarti intorno, oppure veloce, se hai deciso che la carbonara di ieri non può restare impunita.
E poi c’è un dettaglio che pochi considerano: Ostia è piatta. Non ci sono salite assassine, non ci sono discese da rally. È il paradiso dei ciclisti pigri, degli amatori improvvisati e di chi crede che “fare sport” significhi solo scrollare il polso mentre ordina un aperitivo. In bici a Ostia vai ovunque senza sudare come un maratoneta, e se sudi un po’, basta buttarsi in mare.
Pedalare qui è anche un atto poetico. Il rumore delle onde ti accompagna come metronomo naturale, il sole tramonta proprio davanti al manubrio e, se hai fortuna, ti capita di superare i gabbiani che litigano per una pizzetta caduta. Non è Amsterdam, non è Copenaghen: è meglio, perché è Ostia. E chi la vive in bici la conosce davvero, metro per metro, respiro dopo respiro.
Alla fine, la bici non è solo un mezzo di trasporto. È un modo di dire alla città: ti rispetto, ti vivo, ti respiro. È la dimostrazione che la bellezza si gusta piano, al ritmo dei pedali. E che il vento in faccia è la più antica delle felicità.
di Aldo Marinelli del 18 settembre 2025