mercoledì 19 novembre 2025
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Il Botryllus schlosseri, un’ascidia coloniale

Uno strano animale acquatico appartenente ai tunicati: scopriamo qualcosa in più su di lui


Il  Botryllus schlosseri, un’ascidia coloniale

Quello che vedete in foto è molto probabilmente Botryllus schlosseri, un’ascidia coloniale.
Ogni colonia è formata da piccoli individui (zooidi) geneticamente identici, disposti a “rosetta” intorno a un’apertura comune di espulsione (sifone cloacale).

Il  Botryllus schlosseri, un’ascidia coloniale

Vive attaccato a substrati duri: rocce, conchiglie, moli, imbarcazioni. Le tonalità arancio-rossastre sono abbastanza comuni in questa ascidia coloniale (anche se può presentarsi in vari colori: giallo, verde, bluastro, marrone).
Si trova nelle zone costiere temperate di tutto il mondo, ed è considerato una specie cosmopolita e talvolta invasiva.

Il  Botryllus schlosseri, un’ascidia coloniale

È molto studiato sia in immunologia che in biologia evolutiva.
È infatti un modello per lo studio dell’immunità innata: riconosce “self” e “non-self” tramite un sistema di istocompatibilità (simile, per certi aspetti, al sistema HLA dei vertebrati).
In biologia dello sviluppo, rigenerazione e invecchiamento viene studiato perché le colonie mostrano cicli di morte e rinnovamento cellulare molto regolari.
Si riproduce sia in via sessuale, attraverso larve “a girino” con notocorda e corda dorsale, tipico dei cordati, che poi si fissano e metamorfosano in adulti sessili, sia per via asessuale, per gemmazione, con cicli regolari di rigenerazione e riassorbimento (rinnovamento degli zooidi ogni pochi giorni).
Nelle ultime due foto sono evidenziati nel disegno i piccoli rosettoni di zooidi, ognuno con il suo sifone, disposti in modo regolare.

Il  Botryllus schlosseri, un’ascidia coloniale


Il  Botryllus schlosseri, un’ascidia coloniale


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