
Oggi è il giorno...
La settimana europea della mobilità ha concluso le sue attività nel Municipio X con la chiusura dell'Ostiense per tutta la mattinata
In occasione della settimana europea della mobilità, il Municipio X di Roma si è svegliato anche quest'anno deciso a dimostrare che un’altra città è possibile — o almeno a provarci per qualche ora. Via Ostiense, dall’intersezione con Castel Fusano fino a via Lucio Lepidio, è stata chiusa al traffico veicolare dalle 9 alle 13 per far spazio a pedoni e biciclette.
Alle 9,30, da piazza Gregoriopoli (Ostia Antica), è partita la passeggiata ciclopedonale: un serpentone variopinto di famiglie con bambini in bici super accessoriate di peluche, sportivi rigorosamente con caschetto, persone spinte da buone intenzioni e altri che semplicemente sono curiosi.
Ma cosa vuol dire “mobilità sostenibile” (oggi)?
Non significa solo niente auto per qualche ora: significa riscoprire il gusto di camminare senza fretta, respirare un’aria forse un pò meno grigia, ascoltare rumori che non siano solo clacson.
Significa dare spazio ai più fragili — ai bambini, agli anziani, a chi spesso non ha voce nella decisione di dove mettere un parcheggio o quanto larga può essere una pista ciclabile.
Significa fare comunità: associazioni, comitati di quartiere, scuole, cittadini comuni tutti insieme per vedere se, almeno per qualche ora, la città può essere diversa.
Ci si potrebbe chiedere: un evento come questo è bello, ma dura solo quattro ore, cosa succede il resto della settimana?
Queste ore di via Ostiense chiusa sono un gesto simbolico potente: ci danno un’idea di come potrebbe essere un territorio più vivibile, dove i rumori, l’inquinamento, l’ansia da parcheggio non siano protagonisti.
Ci ricordano che la mobilità non è solo un problema tecnico o ingegneristico, ma è sociale, ambientale, culturale. È anche di chi ha meno voce, di chi vive a piedi, di chi sogna una città diversa.
Oggi non è solo una chiusura stradale. È un esperimento: vedere se siamo pronti a metterci in gioco, a cambiare abitudini, a pensare che forse non serve andare sempre col motore acceso per sentirsi urbani, produttivi, moderni.
E allora, mentre la via Ostiense era libera dal rombo delle auto, con passo lento — bici di fortuna, scarpe comode, qualche risata — abbiamo pedalato, respirato, guardato.
Il merito di questa giornata sta proprio lì: nella concretezza di un’idea che diventa cammino, anche se per poche ore.
Anche, e soprattutto, grazie a chi ha partecipato.
di Aldo Marinelli del 21 settembre 2025