Aldo Marinelli scrittore
Aldo Marinelli scrittore è un autore che non racconta storie per intrattenere, ma per restituire voce a ciò che spesso resta ai margini
Aldo Marinelli scrittore è un autore che non racconta storie per intrattenere, ma per restituire voce a ciò che spesso resta ai margini: il dolore non urlato, le fragilità invisibili, le vite che scorrono lontano dai riflettori. La sua scrittura nasce da un ascolto profondo, quasi ostinato, dell’animo umano e del territorio che lo ha formato. Marinelli non usa la parola come ornamento, ma come strumento di scavo. Ogni frase sembra cercare qualcosa sotto la superficie, come se scrivere fosse un atto di responsabilità verso i suoi personaggi e verso i lettori.
Nei suoi romanzi non c’è mai compiacimento, né giudizio. C’è piuttosto uno sguardo empatico, partecipe, che accompagna chi legge dentro storie spesso dure, ma sempre autentiche. Marinelli racconta persone comuni attraversate da eventi straordinari o traumatici, mostrando come il cambiamento nasca quasi sempre da una frattura. Il suo stile è diretto, ma carico di sensibilità, capace di unire realismo e dimensione interiore, fino a sfiorare il simbolico senza mai perdere contatto con la realtà.
Al centro della sua narrativa c’è Ostia, anche quando non viene nominata. Non come semplice ambientazione, ma come matrice emotiva e geografica. È il luogo che plasma i personaggi, che ne riflette le ferite e le speranze, che diventa memoria collettiva e personale allo stesso tempo. Marinelli scrive di Ostia come si scrive di una persona amata: conoscendone le ombre, accettandone le contraddizioni, restituendone la verità senza abbellimenti.
Il dolore sordo, Er gruppo e La bambina magica non sono tre romanzi isolati, ma tre movimenti di un unico racconto umano. Attraverso Andrea, Flavio e Anna, Marinelli attraversa generazioni diverse, epoche storiche lontane, forme differenti di sofferenza e di rinascita. La sua letteratura non offre soluzioni facili, ma apre spazi di comprensione. E in un tempo che spesso corre veloce e superficiale, la scrittura di Aldo Marinelli invita a fermarsi, a sentire, a ricordare che anche nei luoghi più feriti può esistere una forma di magia profondamente reale.
Ostia non è mai solo un luogo. Nei romanzi di Aldo Marinelli è una presenza silenziosa, una pelle, una memoria che respira insieme ai personaggi. Anche quando non viene nominata, è lì. Nelle strade riconoscibili da chi le ha attraversate, nel mare che non serve descrivere, nella borgata che parla da sola. Ostia è la vera protagonista di una trilogia che racconta il dolore, la trasformazione e una forma rara di magia profondamente umana.
Nel primo romanzo, Il dolore sordo (ottobre 2015), seguiamo Andrea, un ragazzo costretto a fare i conti con un passato che non conosce davvero. La scoperta non avviene attraverso ricordi lineari o confessioni esplicite, ma grazie a presenze quasi extracorporee, come se la città stessa volesse restituirgli ciò che gli è stato sottratto. L’incontro con il padre, assente da oltre vent’anni, è il punto di frattura e insieme di ricomposizione. Un segreto ha separato due vite, e senza rivelarne la natura, è chiaro che quel segreto pesa come il mare d’inverno. Ostia fa da sfondo riconoscibile, mai dichiarato, ma immediatamente familiare a chi la conosce. La trasformazione che ne deriva coinvolge entrambi i personaggi e conduce a un epilogo drammatico, inevitabile, che lascia il lettore con una ferita aperta e necessaria.
26 maggio 2026: presentazione del libro "Il dolore sordo" in una classe del Liceo Anco Marzio di Scienze Umane, che ha adottato il libro come lettura curriculare
Er gruppo, il secondo romanzo (maggio 2019), cambia voce ma non anima. Il protagonista è Flavio, un ragazzo con la sindrome di Tourette che vive insieme ad altri quattro giovani in una sorta di comune nella borgata dell’Idroscalo, anche qui mai nominata ma chiarissima nella sua identità. È un luogo di margine, di resistenza, di umanità ruvida. L’incontro con un dottore, uomo di un mondo distante e apparentemente inconciliabile, innesca un processo di cambiamento reciproco. Nessuno resta uguale a se stesso. Il viaggio verso Parigi diventa un percorso interiore prima ancora che geografico. È il viaggio di chi impara a guardarsi davvero, a superare etichette, paure, limiti imposti. Il gruppo si trasforma, così come il dottore, in una narrazione corale che parla di amicizia, diversità e possibilità di riscatto.
Qui (Link) la recensione completa del Centro Tourette Italia
Lettura di un brano de "Er Gruppo" (Link)
Con La bambina magica, l'ultimo romanzo (ottobre 2023), Ostia smette di nascondersi e diventa sfondo dichiarato, totale. La protagonista è Anna, una bambina che attraversa un’Ostia prima e dopo la guerra, un territorio svuotato dopo l’armistizio, sospeso, ferito. Anna possiede un dono raro: un’empatia profonda, quasi sovrannaturale, che la rende capace di aiutare gli altri e di creare legami che vanno oltre il tempo e il dolore. Il rapporto con quello che diventerà suo fratello adottivo è il cuore più struggente del romanzo. Un bambino segnato dalla guerra, dalla perdita dei genitori, da una menomazione fisica e da una malattia che non gli lascerà scampo. Anna cresce, diventa adulta, poi nonna, senza mai perdere quella magia che non è fantasia, ma capacità di sentire l’altro fino in fondo. È una storia che attraversa decenni, trasformazioni urbane e ferite collettive, mantenendo sempre Ostia come testimone silenziosa.
I tre romanzi di Aldo Marinelli sono legati da un filo invisibile fatto di memoria, dolore e umanità. Ostia non è solo un’ambientazione, ma un organismo vivo che accompagna, osserva e a volte salva. È una città che non giudica, ma custodisce. Leggere questa trilogia significa entrare in un luogo che forse si conosce già, e scoprire che dentro quelle strade, quelle borgate, quel mare, ci sono storie che parlano anche di noi.
di Aldo Marinelli del 24 dicembre 2025



