venerdì 19 aprile 2024
La mia Ostia
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La spiaggia di Ostia può essere classificata tra le spiagge leggermente eccitanti

Cosi Guglielmo Pecori, in un articolo del 21 giugno del 1932, illustrava le virtù benefiche di Ostia sulla prevenzione della tubercolosi, legata alla storia della Colonia Vittorio Emanuele III.

La tubercolosi, chiamata anche tisi, è una malattia infettiva causata dal Bacillo di Koch: attacca sopratutto i polmoni e si trasmette attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse secca.
Con lo sviluppo dell'antibiotico streptomicina dal 1946 è esistita una cura. Prima di questa data l'unico trattamento, oltre agli interventi chirurgici, era quello dei sanatori.

In Italia fu promulgata una legge che prevedeva in ogni provincia l'istituzione di un Consorzio Provinciale Antitubercolare. Gli Organi esecutivi dei Consorzi erano i Dispensari, finalizzati a individuare i casi di tubercolosi, all'educazione sanitaria e alla profilassi, all'assistenza morale e materiale ai malati (con particolare riguardo ai bambini, avviati alle colonie marine e montane).

In questo contesto storico si inserisce l'articolo di Guglielmo Pecori che illustra l'inaugurazione della Colonia Vittorio Emanuele III a Ostia:

"Il giorno 24 gennaio si è iniziato ufficialmente il funzionamento completo della nuova Colonia profilattica permanente istituita dal Governatorato di Roma al Lido di Ostia ed intitolata al nome glorioso di Vittorio Emanuele III.


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Di fatto però, già da più di un anno, la Colonia aveva cominciato ad accogliere in alcuni dei suoi locali già allestiti un centinaio di bambini, essendosi oramai dimostrato insufficiente il piccolo edificio, capace solo di 80 letti, eretto a pochi metri dal mare, nel 1920, sul disegno dell'architetto Piacentini.
Il nuovo istituto, costruito su progetto dell'architetto Fasolo, occupa una lunga estensione del bellissimo viale della Marina, di fronte al primitivo fabbricato.
È a due piani, oltre lo scantinato. In quest'ultimo sono disposti i servizi (bagni, accettazione, cucina, dispensa, frigorifero, guardaroba, fardelleria, lavanderia, stireria, caldaie, magazzini ecc.);


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al pianterreno: il parlatorio, una grande cappella, i dormitori (divisi in camerate a 30 letti ciascuna, alcune perpendicolari, altre parallele alla linea del mare).


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Al secondo piano: altre sette camerate ad uso dormitorio, le aule scolastiche, un museo, una sala per i trattenimenti.


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Ogni dormitorio ha lavabi, gabinetti, docce.


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Una ulteriore sopra elevazione di metà del grande edificio forma un terzo piano destinato all'abitazione delle suore, all'alloggio del personale maschile e femminile, all'infermeria per i bambini dei due sessi e per il personale, con relativi reparti d'isolamento a scala indipendente ed annessi bagni, lavandini, ecc.
È nel progetto la riunione dei due fabbricati a mezzo di un sottopassaggio sotto il viale della Marina, allo scopo di evitare ai bambini l'attraversamento della strada.
La nuova colonia può accogliere 400 bambini e, mentre l'antica funzionò come preventorio per bambini genericamente predisposti alla tubercolosi, essa ricovererà esclusivamente i bambini dei due sessi, dai 5 ai 12 anni, che coabitino con parenti affetti da tubercolosi polmonare.
La durata della permanenza nella colonia di ciascun bambino è perciò indeterminata: il bambino vi soggiornerà sino a che esista il tubercolotico nella sua casa.
I bambini ricevono nella Colonia, che è affidata alle Suore di Carità di San Vincenzo, sotto la direzione tecnica dell'ufficio d'Igiene del Governatorato, l'istruzione elementare, una buona educazione morale, apprendono una razionale ginnastica,


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anche con giochi liberi; le bambine anche il cucito e qualche lavoro domestico compatibile con la loro età.
Soprattutto i bambini, tenuti lontani da ogni contagio beneficano dell'aria, del sole, del mare e di una nutrizione (quattro pasti al giorno), secondo le tabelle dietetiche stabilite dall'Opera Nazionale per la protezione della maternità e dell'infanzia.
La spiaggia di Ostia, quasi costantemente battuta da venti moderati e solo raramente intensi, può essere classificata tra le spiagge leggermente eccitanti; il mare vi è spesso mosso, l'atmosfera è perciò assai ricca di elementi salso-bromo-iodici.
L'effetto tonico del nuovo soggiorno è immediato per il bambino: egli acquista un appetito formidabile; le condizioni della crasi sanguigna migliorano a vista d'occhio, un irrobustimento si verifica in breve tempo. Sorprendente è infatti l'aumento del peso corporeo (dovuto senza dubbio anche all'alimentazione ben più abbondante e più sana che non al povero desco familiare): questo aumento raggiunge in taluni ricoverati anche i 3 kg in un mese. Il mare, serbatoio inesauribile di energie vitali, come già disse Euripide, la vita all'aperto, la buona alimentazione producono in una parola una resurrezione dei piccoli organismi tolti da un ambiente quasi sempre malsano, oltreché pericoloso per la sorgente di contagio che in esso si trova.
Le colonie permanenti rappresentano tutt'oggi, a giudizio universale, la provvidenza più utile per la profilassi antitubercolare dell'infanzia.
La tubercolosi come malattia in atto, si dimostrerebbe ancora più frequente se il terreno, l'organismo, non presentasse una resistenza spesso efficace. Donde la necessità di rafforzare questa barriera: altro compito fondamentale delle colonie permanenti. La buona nutrizione, l'aria libera, con i suoi elementi vitali, il mare, l'ambiente igienico, l'idroterapia, la razionale ginnastica proporzionata all'età e le cure ricostituenti tendono a questo fine.
L'assuefazione alla vita all'aperto, l'adattamento graduale alla diminuzione progressiva degli indumenti, perché il contatto diretto, prolungato della pelle all'aria libera non sia dannoso in nessun tempo, ma produca il suo stimolo tonico e benefico, richiedono però attenzioni speciali e disciplina rigorosa.
In particolar modo delicata è l'assuefazione al sole affinché questo mirabile "ministro maggiore della natura", non solo non produca quelle bruciature della pelle che facilmente e immediatamente si osservano anche dopo una sola troppo prolungata esposizione ai suoi raggi, ma non dia luogo, a più o meno breve scadenza, a quei pericoli più gravi che non dosate applicazioni elioterapiche non troppo raramente inducono, determinando le azioni generali eccessive o anche riaccensione di focolai tubercolari spenti.
La colonia profilattica permanente al Lido di Ostia, alla cui costruzione il Governatorato ha dedicato una somma rilevante e il cui esercizio ha inteso assicurare un cospicuo stanziamento annuale in bilancio, nulla trascurerà per raggiungere lo scopo che nella lotta contro la tubercolosi si prefigge. Essa vuol restituire i fanciulli, accolti nel suo seno deboli, macilenti e sotto la minaccia immediata di divenire facile preda di un terribile male, adolescenti rinvigoriti e robusti perché possano essere un giorno cittadini sani e validi."


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Fonte: archivio capitolino comune di Roma

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