martedì 16 aprile 2024
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Fausti Domus ha chiuso: un altro pezzo di Ostia che se ne va

Aperto dal 1968 ad Ostia, il famoso negozio di articoli per la casa pregiati e di design Fausti Domus ha chiuso dal 25 gennaio 2017. Inizialmente si trovava nella Galleria Lario in via Vasco de Gama, dal 1998 era posizionato in via dei Misenati.

“Purtroppo ci trasferimmo perché dopo quasi trent’anni quella zona non era come prima: sempre di più la galleria era usata come dormitorio ed io avevo paura di uscire la sera dal negozio.” così ci dice la storica proprietaria Pasqua Pietrangeli, “Trovammo questo negozio sfitto e cominciammo una nuova avventura qui, già prima della pedonalizzazione”.

Fausti Domus ha chiuso: un altro pezzo di Ostia che se ne va
La signora Pasqua nel suo negozio

Qual’è la storia del suo negozio?
“Aprii da sola il negozio, perché mio marito era un rappresentante di articoli da regalo e mi spronò a provare. Mio figlio Giuliano aveva quattordici anni e ci ha sempre aiutato: aveva già allora delle buone idee”.
“E’ stata la mia finestra sul mondo” ci dice Giuliano Fausti, figlio e noto architetto di Ostia, “mi ha permesso di imparare le proporzioni, il bello e il dettaglio, che riporto soprattutto nella mia architettura. Ho sempre fatto una ricerca su queste cose, legata all’originale e mai alla copia, alle ditte dirette e mai ai grossisti, avendo come tema portante l’eccellenza”.

Come si sente signora Pasqua?
“Mi dispiace chiudere ovviamente, ma ho 89 anni, sto bene di salute e quindi riesco a fare ancora tutto da sola. Non so se mi mancherà, per me certo è un pensiero. Mi piace occuparmi della casa, che sta qui vicino e un po’ viaggerò finalmente. Finora siamo sempre stati qui, comprese le domeniche e l’estate fino a mezzanotte. Mi è sempre piaciuto però. Mio marito è morto 8 anni fa ma difficilmente stava qui con me. Giuliano andava alle mostre mercato di Francoforte, Parigi, Milano a scegliere le cose nuove. Il negozio di via dei Misenati lo ha arredato lui: erano tre locali che la proprietaria ha unito insieme. Ci abbiamo portato i mobili di 50 anni fa: furono costruiti da uno scenografo di Cinecittà.

Fausti Domus ha chiuso: un altro pezzo di Ostia che se ne va


Il soffitto di vetro e sfoglia d’oro e d’argento è stato smontato e regalato ai nostri clienti affezionati: sono 500 pezzi tutti numerati e posizionati in una mappa acclusa al pezzo.

Fausti Domus ha chiuso: un altro pezzo di Ostia che se ne va
Il soffitto del negozio

L’affitto era diventato troppo alto rispetto a quello che si riusciva a vendere, a causa degli acquisti on line, della concorrenza di negozi cinesi e della mancanza di soldi nelle nuove generazioni. A tutti piacciono le cose belle, ma non si possono ottenere più: si va da Ikea, tanto se le cose si rompono si ricomprano perché costano poco. Non esiste più l’idea del corredo, del mettere da parte.

Come hanno reagito i vostri clienti più fedeli?
Ci dicono tutti: “Andate via voi e Ostia diventa povera!”

Giuliano qual è il tuo dispiacere di lasciare il negozio?
“Ancora non ci sto pensando, ho rimosso, per fortuna! Gli ultimi due anni sono stati molto pesanti: il prodotto di qualità, in un territorio che perde alcune caratteristiche, ne risente immediatamente. Abbiamo provato ad allargare l’offerta con la profumeria di ambiente, la cartoleria, il tè ed il cioccolato. Ovviamente sempre prodotti di eccellenza, ma per quanto combatti alla fine chiudi per ultimo! Abbiamo galleggiato, forse bisognava chiudere nel 2011. Il tentativo che abbiamo provato era trasformare il negozio in un piccolo Fortnum & Mason, dove trovavi il dolcetto speciale, con la cioccolata e il tè di Hammam, facendo presentazioni a tema, incontri. Ma su un territorio che viene presentato come mafioso è difficile lavorare, ci hanno fatto male fisicamente non solo virtualmente. Al contrario di altri luoghi d’Italia dove c’è stato un vero terremoto, qui è stato virtuale ma ha creato un solco enorme, anche se sembra non sia successo nulla. Si scende giù piano piano, come il Titanic, ma l’acqua è piatta e non te ne accorgi. L’eccezione di un negozio di qualità in un territorio periferico era una mia scelta, che ho sostenuto ed educato, ma purtroppo hanno ceduto anche i negozi romani. Quindi…”



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