sabato 27 aprile 2024
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La storia delle dune di Capocotta

Non tutti forse sanno che le dune di Capocotta hanno avuto una storia travagliata molto recente e che grazie al presidente Pertini furono salvate. Ricordiamo questo luogo anche attraverso le vostre testimonianze.


La storia delle dune di Capocotta
“E quela gente mise nome a quei sito: Capocotta“ così a fine ‘800 il poeta Augusto Sindici in “Poesie in dialetto romanesco” con la prefazione di Gabriele D'Annunzio, menziona il tratto di costa che va dal km 7,6 al km 10,1 della Litoranea, un esempio unico di foresta mediterranea dunale.

La storia delle dune di Capocotta
Foto di copertina del libro Le ottave di Augusto Sindici

La storia di questi 45 ettari di duna, uno dei tratti più conservati d’Italia, quello che per l’immaginario collettivo rappresenta l’oasi naturistica per eccellenza fondata da Veronica Ciotoli,

La storia delle dune di Capocotta

vede un accesa lotta negli anni 80 quando la tenuta, ancora privata e di appartenenza agli eredi dei Savoia, rischiava di diventare un luogo di edificazione selvaggia. Erano previsti infatti 1900 villini per ospitare una popolazione di 15000 abitanti, in questa zona andata incontro ad abbandono soprattutto dopo il famoso scandalo dell’omicidio Montesi degli anni ’50.

La storia delle dune di Capocotta
Il luogo di ritrovamento del cadavere (Immagine tratta dal web)

Fu il presidente Pertini a interessarsi affinché avvenisse l’esproprio con l' acquisizione al demanio pubblico della tenuta per annetterla all' adiacente tenuta di Castelporziano, già in uso dalla popolazione dal 1965 grazie all’accordo voluto dal presidente Saragat: “Atteso l’intendimento del Capo dello Stato di rinunciare all’uso di due tratti della fascia costiera antistante la tenuta di Castelporziano, al fine di consentire la costituzione di un tratto di spiaggia libera per uso pubblico e la costruzione di due colonie marine”. Queste le prime righe della convenzione tra il segretario generale della Presidenza della Repubblica ed il comune di Roma datato 16 luglio 1965 per la concessione di 2,150km di spiaggia: i famosi 8 cancelli!

La storia delle dune di Capocotta
La spiaggia del quinto cancello

“Si andava con i miei amici in bicicletta e a volte con il tandem a 3 posti presi a noleggio" così Lea ricorda quegli anni. “Andavamo sempre all'ottavo cancello perché c'era un amico del nostro gruppo che faceva il bagnino lì. E poi le scorrazzate notturne con motorini e qualche 500 o 600 stracarica di noi ad accendere falò e fare i bagni. Ovviamente si entrava nei varchi abusivi (leggi buchi nella recinzione)”.

La storia delle dune di Capocotta


La storia delle dune di Capocotta

“Quando sono arrivata ad Ostia la mia prima spiaggia è stata nel 1968 l'ottavo e ultimo cancello della litoranea.....dopo non c'era nulla fino a Torvaianica. Si partiva la domenica presto prima delle 8 altrimenti non si trovava il posto nel parcheggio interno con la 850 di papà. Strapiena di ombrelloni con tenda circolare (per cambiarsi il costume), ghiacciaia, borse con i costumi e giochi vari. Tra un ombrellone e l'altro c'era un km!!!! Mi raggiungevano da Ostia alcuni amici con le biciclette” così Daniela nostalgica ricorda quei luoghi.

La storia delle dune di Capocotta


La storia delle dune di Capocotta


La storia delle dune di Capocotta

“Al Battello ubriaco c'era questo battello con la statua dell’uomo legato, presa dalla poesia di Rimbaud Le bateau ivre e di giorno e soprattutto di notte si affollava di visi sorridenti a ballare e cantare. Verso la fine della serata si accendeva un mega falò e tutti a ballare intorno. Era una cosa molto anarchica...girava di tutto....io però solo musica e birra da sempre” così Gianluca tiene a specificare ricordando il luogo cult fondato dal Divino Felice Giannetti.

La storia delle dune di Capocotta
Immagine tratta dal video Link

La storia delle dune di Capocotta
Immagine tratta dal video Link

“Era il 1984, l’anno in cui ho conosciuto mio marito e facevano il cinema ai cancelli. Andai con lui a vedere il film dell’orrore La cosa. Lui ad un certo punto si alzò e mi disse: “non sono così forte e coraggioso come volevo farti credere, quindi sto film non riesco più a vederlo”. Lo seguii e andammo via, ma capii allora che il mio ex-marito era un fifone” così Franca ironicamente ricorda il suo passato.

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Ecco alcuni miei video delle dune




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