Paline...non croci
Abituarsi a pensare che il nostro bene passi attraverso delle semplici regole sanitarie, potrebbe farci meglio
Al netto di ogni schieramento politico, la soluzione del distanziamento sulle spiagge libere e il loro utilizzo è veramente il nodo gordiano dell’estate.
È irrispettoso il paragone serpeggiante sui social che confronta le spiagge “palinate” ai cimiteri, come quelli dei caduti delle guerre (quello di Nettuno per intenderci). Come si può pensare di associare dei marker segnaposto bianchi o rossi ai simboli che ricordano persone che hanno combattuto per la libertà.
Non sarebbe più facile capire se la soluzione trovata dal municipio possa essere funzionale allo scopo, tanto difficile da raggiungere quest’anno?
Non sarebbe più facile rispettare una volta tanto le regole sanitarie imposte ed autoimposte per una corretta vita sociale?
Non sarebbe ancora più semplice essere noi i primi a non criticare (sempre al netto del pensiero politico) e a cercare di contribuire affinché la modalità proposta possa essere vincente e serenamente poter usufruire del bene che abbiamo?
Sarebbe utopistico pensare che quelle famigerate paline rimanessero intonse per tutto il periodo estivo, che intorno a loro ci fossero al massimo le sei persone previste e che, utilizzando i mezzi a disposizione, verificassimo la disponibilità dello spazio e in caso di pienone tornassimo sui nostri passi, eventualmente facendoci prima un giro sul lungomare pedonale?
Si, credo sarà una chimera perché è sempre più facile contestare piuttosto che comportarsi da cittadini civili in grado di capire che nessuno ha la bacchetta magica per risolvere problematiche così grandi.
Le buone pratiche non dovrebbero essere vissute come costrizioni imposte, ma come una responsabilità propria a prescindere. Sottolineare l’utilizzo di mascherine, guanti o paline non deve essere demonizzato ma vissuto come una necessità contingente e una grande forma di rispetto e responsabilità verso il prossimo e verso l’ambiente che ci circonda.
Il controllo di un controllore che controlli il controllato è purtroppo spesso una “nostra” prerogativa, che nasconde continuamente il pensiero “tanto a me non succede” o “ci sarà qualcun altro che lo farà per me”, fatto salvo quando poi si richiede l’applicazione di dette regole, lamentarsi su qualsiasi cosa.
Ogni soluzione proposta può essere sempre migliorabile, ma su un humus pronto a coglierla e a rispettarla per raggiungere l’obiettivo proposto.
Pensare a quelle paline non come croci ma come un simbolo posizionato lì per la nostra salute non sarebbe meglio?
di Aldo Marinelli del 30 maggio 2020