sabato 20 aprile 2024
La mia Ostia
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Giulio Mancini

Giulio Mancini

Il nostro giornalista del litorale è andato in pensione! Per l'occasione riproponiamo una sua intervista di qualche tempo fa...

L'incontro con Giulio Mancini, storico giornalista del nostro territorio, in forza al Messaggero, avviene nella redazione di Ostia, completamente immersa nelle carte e nei giornali!

Come hai incontrato Ostia?

Sono nato a Roma, arrivato a Ostia all'età di 13 anni, nel 1968. Ho fatto le scuole qui, dalla terza media alla maturità del liceo scientifico. Abitavo vicino al Largo delle Sette Chiese e mio padre cercava un posto per far crescere i figli in un luogo un po' più sano, perché già a quell'epoca Roma era congestionata dal traffico.
Quando arrivammo qui, Ostia contava non più di 20000 abitanti, non esisteva ancora Nuova Ostia.

Quali sono i tuoi primi ricordi di Ostia?

Abitavamo in via dei Panfili, che per metà era ancora un tracciato sterrato. Ricordo le "bande" di giovani, bande in senso buono però: non si poteva fare i delinquenti allora, esisteva un'etica diversa.
Al massimo andavamo nei cantieri edili a rubare i pali per farci le porte in pineta, dove facevamo i campi di calcio. Sono cresciuto nella Pineta delle Acque Rosse, così come i campioni Alberto De Rossi (che giocava a calcio con me), Stefano D'Aversa (arrivato in serie A) e Giorgio Bareato (che ha giocato nella Roma primavera). Quando la mattina dopo tornavamo nel campetto, trovavamo già le porte smontate, perché i carpentieri si erano ripresi i pali.
D'inverno si giocava sulle strade sterrate dove le macchine erano molte di meno, oppure si organizzavano i tornei di pallavolo e tennis nei cortili. I giovani erano appagati di questi spazi, che adesso sono stati sostituiti dalle lamiere.
In quel periodo non esistevano piscine: l'unica era quella del Kursaal, che ovviamente funzionava solo d'estate e con l'acqua di mare. Qui giocava una squadra di pallanuoto di serie B, lo Sporting Ostia. Quando stavo a Roma ero un campioncino di nuoto stile rana, ma quando arrivai qui non riuscii ad affrontare la carriera agonistica, in quanto la piscina di riferimento più vicina era quella del Flaminio. Ho poi giocato a calcio sia ad Ostia che ad Acilia.

I tuoi primi passi nel giornalismo?

E' nato tutto casualmente e sempre collegato allo sport! Da grandicello ero portiere dell'Acilia nell'Interregionale ed ero però il più delle volte in panchina, riserva di giocatori molto forti come Rotondi, portiere della primavera della Juventus. Ho capito che non c'era più spazio per me nel calcio. Iniziai allora a collaborare con un giornale locale, Record, che mi chiedeva i tabellini ma anche gli articoli visto che stavo a bordo campo.
Nel maggio 1978 mi presentai a Radio Luna e collaborai con loro come responsabile della Redazione Sportiva, fino al 1983. Nel 1981 ho collaborato con Maurizio Costanzo e la sua testata "L'Occhio", nella cronaca. Nel 1982 sono approdato al Tempo come collaboratore esterno e sempre come cronaca del Litorale, soprattutto Ostia e aeroporto di Fiumicino.
Al Tempo ho lavorato per 7 anni, con Gianni Letta e con un ottima squadra, come Aldo Frignani e Stefano Lugli. A fine anni 80 mi chiamò il direttore del Messaggero, Mario Pendinelli, perché al Tempo mi distinguevo per attivismo e per le esclusive. In meno di 24 ore ho dovuto decidere di fare il passaggio da una testata all'altra. Ci fu una sorta di rilancio tra i due giornali, perché anche il Tempo voleva aprire una redazione ad Ostia. Ero molto combattuto, ma optai per la scelta che in quel momento mi poteva dare più garanzie. Ho iniziato a lavorare al Messaggero dal 1 novembre 1989.

Quali sono le notizie di cronaca più ricorrenti ad Ostia?

Il lavoro del giornalista è un lavoro di denuncia: raramente gli articoli sono di servizio o elogiativi delle Amministrazioni. Occupandomi di cronaca, è inevitabile che le notizie che hanno maggiore risalto sono quelle di cronaca nera in una città come Ostia con 260.000 abitanti. I fatti quindi non mancano...
Le notizie più brutte che non vorrei dare sono quelle degli infanticidi, che provano un padre di famiglia oltre che un giornalista e che ti creano un cedimento nervoso alla fine delle giornata. Le notizie belle riguardano gli aspetti ambientali, come situazioni che riguardano mare o la liberazione di animali, come quello del cucciolo di volpe rinvenuto quest'anno! Oppure quando le flotte dei mega yacht dei VIP del mondo passano per Ostia, che riqualificano il nostro territorio!

Il tuo rapporto con Ostia?


Il mio è un rapporto d'amore sviscerato, di grande rispetto e attenzione! Ostia ha un enorme potenziale: forse negli anni del mio giornalismo (35 anni di attivismo) ho contribuito a far comprendere alle amministrazioni e ai cittadini il valore e il pregio che ha questo territorio. Questo è il mare di Roma e troppo spesso Roma lo ha dimenticato. Purtroppo la scelta autonomista fallì con i due referendum (1989 e 1999): all'epoca ritenevo fosse stato un grande errore e la prova ce l'ha data Fiumicino, che ha guadagnato in qualità della vita e in un'attenzione diversa dei propri amministratori. Ad oggi, ritengo che non possiamo contare su una classe politica all'altezza, composta da giovani, che non sempre ha dimostrato una qualità, un confronto diretto con i propri amministrati; ha preso delle sbandate che come organo di informazione ho il dovere di denunciare.

Qual'è il luogo dove ti rifugi più spesso ad Ostia?

Ho molti luoghi del cuore ad Ostia: ovviamente la pineta di Castelfusano, Viale Mediterraneo tra i più belli e rasserenanti. Mio figlio quando è nato ha avuto dei problemi che lo costrinsero a stare 40 giorni in incubatrice. Il primo giorno che uscì dall'ospedale, lo portai a fare una passeggiata in Pineta.
Non dico il lungomare, perché vivo in un appartamento che affaccia sulla spiaggia e quindi quello è un rifugio sicuro, sia d'inverno che d'estate! Amo molto vivere la città in bicicletta nei giorni di lavoro.
Mi piacciono la campagne di Ostia Antica, come via Capo Due Rami dove vado spesso.

Hai scritto tanti libri su Ostia...

Si una decina; ho questo vezzo personale di poter lasciare un contributo attraverso la mia attività per i giovani! In questi anni ho collezionato fotografie, ho collaborato con il Ministero per l'aerofototeca, ho collaborato con la Sovrintendenza Archeologica. Ho acquistato molto materiale iconografico, ho raccolto film girati a Ostia.
Ho scritto dei libri per raccontare Ostia, dalle origini in poi! Ho raccontato le bellezze architettoniche, sia dei primi del 900 ma anche attuali (come l'autosalone Tirrena Auto o la Virgin) per creare il senso di appartenenza verso Ostia. Il vero Ostiense, nato e cresciuto qui, quando va in centro dice "vado a Roma". Il romano quando viene interrogato se Roma è una città di mare, dice no Ostia è mare. Esiste quindi in realtà una vera identità del cittadino di Ostia.

Raccontaci il tuo nuovo libro "Ostia, set naturale"

Questo libro nasce sempre per evidenziare il bello di Ostia, che è stata per ben 130 film una location, magari solo per una sola scena. Molti registi, tra i più importanti, hanno ambientato il loro film a Ostia! Vuoi perché Ostia è vicino a Cinecittà, quindi ideale per gli esterni, vuoi perché offre delle opportunità come la spiaggia, il mare, la pineta, l'architettura! Ostia è la seconda location nazionale, dopo Roma, come numero di film girati.
Il libro racconta 65 anni di cinema (dal 1949 al 2014) di Ostia, raccontando aneddoti (Albero Sordi, Federico Fellini, Carlo Verdone)e dimostrandolo fotograficamente (il libro contiene circa 400 foto)anche con dei foto confronti tra le scene dell'epoca e quelle attuali!
E' un libro che ho pensato per 10 anni, ma ho scritto in 8 mesi! Ogni volta che vedevo un film, mi segnavo le scene, cercavo foto. C'è un capitolo del libro dedicato allo Spot dell'Illy Caffè, realizzato nel 1989 da due premi Oscar in omaggio ad un terzo premio Oscar. Vittorio Storaro e Francis Ford Coppola in omaggio allo sceicco bianco di Federico Fellini, ambientato tutto nei giardini del Municipio con Massimo Ghini e Valentina Cervi. (vedi video).
Anche Sophia Loren ha girato due film a Ostia, nei fine anni 50 ed è tornata quest'anno a girare un corto con il figlio regista, alla Vecchia Pineta.

Una parola che per te è Ostia?

Ostia è per me il passato e il presente, forse non il futuro! Il mio desiderio sarebbe quello di trasferirmi all'estero...!


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